– News – Gas, la Turchia sfida Cipro in casa di Eni e Total

nel mediterraneo

Ankara alza il livello della sfida nel Mediterraneo Orientale, spingendo la ricerca (pretestuosa) di gas in acque cipriote in un’area che Nicosia ha da poco affidato a italiani e francesi. È la prima volta che la Turchia si spinge a violare un blocco coperto licenza esplorativa. Un altolà è arrivato anche dagli Usa

di Sissi Bellomo

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3′ di lettura

La Turchia alza il livello della sfida nel Mediterraneo Orientale, spingendo la ricerca di gas in acque cipriote direttamente in “casa” di Enie Total. È all’interno del blocco esplorativo 7, che Nicosia ha da poco affidato a italiani e francesi, che la nave da perforazione turca Yavuz si appresta, forse già nella giornata di oggi, ad affondare le trivelle.

Si tratta di un salto di qualità rispetto alle azioni di interferenza del passato, che – pur violando le acque territoriali di Cipro e minacciando in qualche caso direttamente le operazioni delle major occidentali (la nave Saipem 12000 a febbraio 2018 si era vista costretta ad abbandonare la zona) – erano avvenute ai margini e non dentro i confini di aree coperte da licenze esplorative. L’ingresso della Yavuz nel blocco 7 è stato documentato dai sistemi satellitari di rilevazione del traffico marittimo.

La peculiarità degli ultimi sviluppi non è sfuggita al governo di Nicosia, che ha parlato di «grave escalation» nelle relazioni con Ankara, denunciando le operazioni come «altamente provocatorie e aggressive», tali da segnare un «irreversibile distacco dalla legalità internazionale».

Sollecitati dalla Grecia anche gli Stati Uniti hanno fatto la voce grossa: «Nessun Paese può tenere in ostaggio l’Europa. Abbiamo detto ai turchi che le trivellazioni illegali sono inaccettabili», ha dichiarato sabato il segretario di Stato Mike Pompeo in visita ad Atene. Poco dopo Washington ha comunque dato mano libera ad Ankara sul fronte della Siria (si veda a pagina 18).

Le trivellazioni turche al largo di Cipro sono anche state inserite nell’agenda del prossimo Consiglio europeo del 17 ottobre, che potrebbe valutare misure più severe contro Ankara, finora punita con sanzioni molto blande per le provocazioni nel Mediterraneo.

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