– News – Risparmio, la sostenibilità in portafoglio migliora le performance

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I risultati dei principali indici azionari divisi per aree geografiche sono migliori nei benchmark dove sono state “messe in panchine” le società con bassi rating Esg. È quanto emerge dallo studio di due professori dell’università di Losanna, Fabio Alessandrini ed Eric Jondeau. Intanto negli ultimi 5 anni, i prodotti passivi Esg sono cresciuti come masse a un tasso annuo del 33% contro l’11% dei fondi attivi

di Vitaliano D’Angerio

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(Adobe Stock)

3′ di lettura

Prendi gli indici azionari più utilizzati al mondo (Msci), escludi fino al 50% delle aziende con i rating di sostenibilità (Esg) più bassi e con questo filtro analizza gli ultimi dieci anni di performance. Risultato? Le performance annualizzate sono migliori nei parametri dove sono state “messe in panchina” le società meno sostenibili. È quanto emerge dallo studio di due professori dell’università di Losanna, Fabio Alessandrini ed Eric Jondeau, ricerca sponsorizzata dalla Lyxor Dauphine Research Academy .

La ricerca

I due ricercatori universitari hanno preso in considerazione il periodo da gennaio 2007 a dicembre 2018 monitorando le aziende contenute negli indici Msci. Per i risultati degli ultimi dieci anni, divisi per area geografica (Usa, Europa, Pacifico e Paesi emergenti), sono stati di volta in volta escluse quote percentuali diverse di titoli azionari con basso rating Esg: si è partiti dal 10% per arrivare al 50% delle esclusioni. Sono migliorate le performance di tre aree geografiche su quattro; in particolare gli Stati Uniti sono passati da un ritorno annualizzato dell’8,05% all’8,31%, l’Europa da un 3,63% al 4,42%, i Paesi emergenti dal 6% al 6,53%. Unica a non registrare miglioramenti negli ultimi dieci anni è stata l’area Pacifico: il ritorno annualizzato dell’indice tradizionale è stato di 3,72% contro il 3,42% di quello dove sono state escluse il 50% di azioni con basso rating Esg. Per tutte le aree invece è calata la volatilità. Conclusione dei ricercatori: un approccio di investimento Esg non compromette le performance attese.

Il mercato

Gli studi degli accademici fanno da supporto a un trend sempre più poderoso degli investimenti sostenibili. Sono noti i dati (2018) del network internazionale Gsia (Global sustainable investment alliance) che ha indicato in 31 trilioni di dollari la dimensione del settore. In Europa, per il settore dell’asset management, gli investimenti in fondi Esg hanno toccato quota 1,1 trilioni di euro a fine giugno 2019 e ciò, viene spiegato nel report Lyxor, rappresenta una tasso di crescita annuo del 12%, nei precedenti 5 anni, paragonato all’8% dell’industria complessiva del risparmio gestito. Di questi 1.100 miliardi di euro, 935 miliardi sono investimenti attivi in Esg, 104 miliardi di euro sono fondi indicizzati e 17 miliardi Etf Esg. Negli ultimi 5 anni però, i prodotti passivi Esg sono cresciuti a un tasso annuo del 33% contro l’11% dei fondi attivi. «Lyxor considera gli Etf un veicolo naturale per un investimento secondo i fattori Esg – ha spiegato François Millet, responsabile Etf Strategy, Esg & Innovation di Lyxor Asset Management – e prevede che questo segmento del mercato europeo degli Etf continuerà a crescere».

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