Regolamentazione Bitcoin Nel Mondo

Il Bitcoin è regolamentato in maniera diversa a seconda del paese in cui viene commercializzato. L’idea della moneta digitale è relativamente nuova e le banche centrali di tutto il mondo sono ancora sconvolte dalle implicazioni che tale tecnologia ha apportato agli scambi commerciali.

Come Viene Regolamentato il Bitcoin Nel Mondo

Blockchain, Bitcoin e le nuove innovazioni del settore fintech (tecnofinanza) stanno dimostrando che possono migliorare il loro status quo, ma anche far avanzare il concetto di moneta digitale, rendendole contendenti temibili per le monete legale. E questo sta mettendo i governi del mondo in una posizione scomoda.

L’Aspetto Legislativo del Bitcoin Nel Mondo

Da un lato, la creazione di una legislazione che incoraggia l’adozione di infrastrutture finanziarie all’avanguardia potrebbe essere un enorme vantaggio per la competitività economica. Dall’altro, dare alla gente troppa libertà può mettere a rischio l’integrità della moneta tradizionale di un Paese. Non è stato ancora raggiunto un equilibrio e, pertanto, i principali governi hanno reagito in modo molto diverso all’introduzione del Bitcoin (e di altre tecnologie di criptovaluta) nei loro rispettivi paesi.

Le reazioni spaziano dall’apprensione e paura, all’accettazione su vasta scala. L’unica cosa su cui tutti possono essere d’accordo è che la decisione non dovrebbe essere presa alla leggera.

Bitcoin: Stati Uniti

Come ogni paese, l’America ha molto da perdere e molto da guadagnare dall’adozione di criptovalute e blockchain. Abbastanza sorprendentemente, i legislatori americani hanno in gran parte scelto di non riconoscere la tendenza crescente della criptovaluta e hanno permesso che esistesse senza troppi problemi. Il governo federale degli Stati Uniti non ha ancora rivendicato il diritto di regolamentare esclusivamente le criptovalute, lasciando ai singoli stati il ​​compito di determinare come i loro cittadini possano interagire con il Bitcoin e i suoi “fratelli”.

Finora, stati come New York, Arizona, Maine, Nevada, Vermont e altri hanno accettato ufficiosamente le criptovalute. Le uniche regolamentazioni da parte di organizzazioni federali riguardano il modo in cui le persone debbano dichiarare i propri profitti (ovvero i capital gain all’IRS, equivalente alla nostra Agenzia delle Entrate) e il modo in cui sono tassati (come proprietà). Ben presto, però, tutte le società di investimento istituzionali consentiranno agli investitori americani di acquistare Bitcoin, aprendo l’intero spazio a ulteriori controlli e alla crescita potenziale della criptovaluta nel paese e nel mondo.

Bitcoin: Europa

L’Europa, al momento, è forse il luogo più ostile alla diffusione del Bitcoin e delle criptovalute in generale. A differenza dell’atteggiamento “libertino” degli Stati Uniti, l’Europa è uscita dalla crisi economica del 2008 più concentrata che mai e ha rapidamente creato leggi ed organismi regolatori per guidare la giovane industria del fintech verso l’alto. Negli ultimi anni, questo settore ha sempre più significato “blockchain” e per fortuna ci sono già molte leggi progettate per incoraggiare la sua crescita.

All’interno dell’unione monetaria dei 19 paesi membri, la tecnologia blockchain del Bitcoin sembra quasi progettata appositamente per i nuovi regolamenti europei che richiedono trasparenza delle informazioni e dati condivisi tra mercati e istituzioni, e sta rapidamente diventando il più grande settore delle “startup” del continente. Anche al di fuori dell’unione monetaria, le banche centrali hanno seguito l’esempio e riconosciuto l’immenso potenziale dell’adozione anticipata di tali protocolli nei singoli stati.

Il braccio esecutivo del Parlamento europeo sta attualmente costruendo un libro mastro decentralizzato per i propri scopi, un nuovo gruppo di sorveglianza creato per monitorare gli eventi in corso. Adesso tocca ai singoli paesi aprire le loro porte alla tecnofinanza e decidere il modo migliore per adottare e riconoscere ufficialmente il Bitcoin e i “suoi fratelli”. Ma finora, i risultati possono definirsi incoraggianti.

Regolamentazione Bitcoin Italia

In Italia la normativa sul Bitcoin è praticamente assente, o meglio si rifà alla normativa europea trattata sopra.

Regolamentazione Bitcoin Svizzera

Rimanendo in Europa, la Svizzera ha deciso di adottare la criptovaluta senza però regolamentarla, allo stesso modo degli altri paesi europei. Il Consiglio Federale svizzero ha dichiarato che, sebbene non sia attualmente necessario regolamentare le criptovalute, devono essere stabilite delle leggi su come i mercati le utilizzeranno in materia di titoli e tassabilità.

Di conseguenza, in Svizzera si è assistito ad un vero e proprio boom di start-up blockchain, governate da entità comunitarie inclusive come la Crypto Valley Association, un’organizzazione senza scopo di lucro creata per standardizzare l’integrazione della nuova tecnologia blockchain nell’ecosistema svizzero. Anche le infrastrutture pubbliche stanno iniziando a incorporare criptovalute: ad esempio, oggi nel paese elvetico è possibile pagare in Bitcoin gli abbonamenti dei mezzi pubblici e le tasse comunali.

Regolamentazione Bitcoin Germania

In Germania, i cittadini sono liberi di scambiare Bitcoin come desiderano. Tuttavia, è anche tassabile ed è soggetta al pagamento dell’IVA quando viene scambiata con l’Euro. La Germania è un altro esempio di come i governi hanno evitato un groviglio di problemi normativi non etichettando la criptovaluta come valuta “reale”. In questo caso, hanno anche riconosciuto il pericolo di alcuni concetti tipici delle criptovalute come gli ICO o Initial Coin Offering, che traslato dall’inglese diviene offerta iniziale di monete.

In pratica, chi possiede token li mette in vendita (senza particolari regole), in genere per finanziare questa o quella operazione. In molti casi una ICO serve a finanziare una nuova criptovaluta ma anche progetti più complessi, com’è accaduto appunto con Ethereum nel 2014. Ad ogni modo, l’organismo di regolamentazione principale del paese ha recentemente pubblicato un emendamento che attira l’attenzione degli investitori sulle “forme di investimento rischiose e altamente speculative” delle criptovalute e sul potenziale di frode.

 

Bitcoin: Asia

I paesi rappresentativi del continente asiatico hanno preso una posizione più netta sul Bitcoin e le altre criptovalute. Il Giappone è probabilmente il paese più favorevole all’adozione delle valute digitali, riconoscendo loro lo status di “mezzi di pagamento legali”, ma non quello di valuta tradizionale. Di conseguenza, le banche non sono in grado di offrire ai propri clienti Bitcoin. Ma detenerli non è illegale. Il risultato di ciò è stato molto positivo per l’economia giapponese, con molte aziende che hanno integrato i pagamenti bitcoin dei loro prodotti e servizi, offrendo anche contratti derivati ​​come il “bitcoin bond“.

Altri paesi asiatici non possono vantare tali progressi, guardando la criptovaluta con sospetto e paura. In paesi come il Bangladesh, il Nepal e il Kirghizistan, l’uso o la negoziazione di valute virtuali è altamente illegale e comporta pene severe. Diverso il discorso della Cina, dove la mancanza di qualsiasi regolamentazione hanno aiutato il paese a diventare uno dei primi ad adottare la tecnologia blockchain, specialmente nel commercio di bitcoin e nel settore minerario, anche se il trend ha subito un’inversione drastica all’inizio dell’anno. Il governo cinese, infatti, spaventati dall’enorme fuga di capitali dal paese attraverso il bitcoin, ha imposto improvvise e severe norme sul commercio delle criptovalute.

Bitcoin: Australia

L’Australia ha raggiunto un equilibrio benefico nel modo in cui riesce a gestire sia la tecnologia blockchain che le criptovalute speculative. Come molti altri, il paese non ha una regolamentazione specifica in materia, in quanto questo richiederebbe un investimento e una supervisione molto intensi. Il governo australiano si è limitato ad etichettare il Bitcoin come “denaro”, così da essere in grado di tassare coloro che lo usano a fini commerciali.

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