Come Scoprire La Propensione Al Rischio Negli Investimenti

Prima di investire del denaro, è fondamentale scoprire la propria propensione al rischio. Direte voi: più facile a dirsi che a farsi! Verissimo. Come si può capire dalla parola stessa, la propensione al rischio rappresenta il grado di tolleranza alle variazioni del proprio patrimonio. Metaforicamente parlando, una persona è propensa al rischio quando preferisce partecipare a una lotteria piuttosto che ricevere con certezza un valore atteso! In tale circostanza l’individuo considera l’utilità del valore atteso della lotteria minore rispetto all’utilità attesa.

La propensione al rischio è un’entità aleatoria e quasi mai quantificabile, ma è variabile nel tempo ed è condizionata da tanti diversi fattori quali la famiglia, le amicizie, le proprie conoscenze, i propri obiettivi, la stabilità finanziaria, l’andamento dei mercati ecc. Alcuni ricercatori hanno addirittura ipotizzato che la propensione al rischio sia influenzata da mutazioni dei geni che regolano la dopamina e la serotonina! A prescindere da ciò, se l’investitore non riuscirà a stabilire in anticipo quale rischio intenderà accollarsi, non correrà solo il rischio di vedere sfumare dei possibili guadagni, ma anche perdere interamente il capitale investito! Per ovviare a questa situazione, bisogna innanzitutto porsi delle domande: e non mi riferisco a quelle che generalmente si trovano in quei questionari di “profilatura” degli intermediari finanziari che si limitano a chiedere quali strumenti finanziari conosciamo o abbiamo in passato acquistato, qual è la fonte e soprattutto l’ammontare del nostro reddito, qual è la finalità e l’orizzonte temporale dell’investimento e a cui si risponde contrassegnando con una crocetta l’apposito spazio! Piuttosto, le domande che un investitore dovrebbe porsi sono: “Questi obiettivi possono essere anticipati o posticipati nel tempo?, “A quali conseguenze porterà il non rispettare certe scadenze?”, “Quale dovrà essere il mio atteggiamento per rendimenti superiori/inferiori rispetto a quelli normalmente attesi?”, “Qual è la perdita massima annua (in termini percentuali o in valore assoluto) che posso permettermi senza che ciò influenzi la mia vita o il mio umore?”, “Se e quando si concretizzerà in poco tempo la perdita massima ipotizzata, quale potrebbe essere il mio stato d’animo?”. Tuttavia, dare una risposta razionale e sufficientemente corretta a tali domande è più difficile di quanto si possa pensare perché presuppone la capacità di immedesimarsi in situazioni che spesso non si sono vissute o che avranno comunque degli aspetti diversi da quelle passate. Dopo aver fatto questo, sarà opportuno ripetersi le domande con una certa frequenza (anche semestrale) e controllare se le risposte coincidono con quelle date in precedenza. In caso contrario, bisognerà aggiornare la documentazione e, di conseguenza, la nostra asset allocation.

Non ci resterà altro da fare che trovare quel portafoglio titoli che, in qualsiasi momento, soddisfi i criteri minimi che ci siamo dati in precedenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *